martedì 28 dicembre 2010

Il gioco dell'angelo di Carlos Ruiz Zafon

Il gioco dell'angelo di Carlos Ruiz Zafon



Zafon in questo libro riprende il tema del cimitero dei libri dimenticati, ma anche se scritto successivamente all'Ombra del vento fa  un salto indietro agli anni 20
Il racconto è a se stante anche se tornano alcune figure familiari Il padre di Daniel Sempere
ragazzo il nonno di Daniel,  Barcelò e Isaac Monfort fanno parte anche se marginalmente, meno marginalmente solo nel caso della famiglia Sempere.
Il protagonista questa volta è David Martin, un contabile di un giornale  figlio di uno sbandato, diventerà poi uno scrittore, quando la sorte inaspettatamente gli offre l'occasione di pubblicare un suo racconto, il successo comincia infine ad arridergli. È proprio da quel momento tuttavia che la sua vita inizierà a porgli interrogativi ai quali non ha immediata risposta, esponendolo come mai prima di allora a imprevedibili azzardi e travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti, lungo le strade di una Barcellona ora familiare, più spesso sconosciuta e inquietante, dai cui angoli fanno capolino luoghi e personaggi che i lettori de "L'ombra del vento" hanno già imparato ad amare. Quando David si deciderà infine ad accettare la proposta di un misterioso editore - scrivere un'opera immane e rivoluzionaria, destinata a cambiare le sorti dell'umanità -, non si renderà conto che, al compimento di una simile impresa, ad attenderlo non ci saranno soltanto onore e gloria.


Rispetto all'Ombra del vento Il gioco dell'angelo è ancora meglio congegnato, sempre collocabile tra il mistery ed il giallo  ti lascia con il fiato sospeso fino l'ultima pagina.

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