giovedì 30 dicembre 2010

La solitudine dei numeri primo

TRAMA
Alice è una bambina obbligata da suo padre a frequentare uno sport che lei detesta. Una mattina se la fa addosso e cerca di scendere per evitare l'umiliazione verso i compagni ma si rompe una gamba in modo molto grave che la segnerà per il resto della sua vita
Mattia è un bambino che non riesce comunicare ai suoi genitori il suo grande disagio e la sua umiliazione difronte ai suoi compagni verso i problemi molto gravi della sorellina gravemente ritardata. Un pomeriggio lui e sua sorellina sono invitati ad una festa, lui lascia sua sorellina sola in un parco, ma quando torna indietro non la trova più, e non verrà più ritrovata, il senso di colpa gli creerà dei problemi molto gravi che lo porteranno ad autopunirsi con tagli e lacerazioni.



NOTE PERSONALI

Tra le persone che hanno letto questo libro con cui ho potuto scambiare i pareri
ho notato due distinte corrente di pensiero, persone che l'hanno capito e amato e persone a cui non piace assolutamente e che reputano che+
il premio Strega sia stato mal assegnatp

Io faccio parte delle persone a cui il libro è piaciuto immensamente. Sarà perchè ho vissuto, toccato con mano, e visto quanto sia difficile per dei genitori a volte comprendere quanto sia delicata la fase dell'infanzia di un bambino, quanto ci portiamo o porteremo dietro degli errori che hanno commesso senza dubbio in buona fede i nostri genitori, ma anche la difficoltà di comunicare i propri disagi da parte dei bambini verso i genitori. Parlo come figlia che ha subito errori pesanti, ma anche come madre che ha cercato di farne meno possibile e ha vissuto nel ansia e nella paura di averne fatto comunque. Ansia e paura derivanti dalle esperienze negative che ho vissuto. Ma nel corso degli anni ho potuto incontrare persone che hanno avuto dei problemi a causa della difficoltà dei genitori di comprendere con quanta delicatezza bisogna procedere durante gli anni dell'infanzia che mi fanno capire che non sono casi così isolati quelli che racconta Paolo Giordano nel suo libro La solitudine dei numeri primi.

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